ENO- GASTRONOMIA
PERCORSO ENO-GASTRONOMICO
VINI E OLIO DEL TERRITORIO
AUDIO TRACCIA 1: Una passeggiata tra gli ulivi. il territorio, l’olio.
Quello che vi proponiamo, se avete tempo e la vostra visita a Montesarchio non è troppo breve, di fare due passi, nelle vie secondarie e poco trafficate in cui potete vedere da vicino le coltivazioni di ulivi e vigneti. Se avete la fortuna di tornare più volte nel corso dell’anno potrete ammirare il cambio di stagione e le colture che si susseguono. Tra settembre e ottobre la vendemmia sarà occasione per provare il vino novello ed a novembre i frantoi della città si mettono in moto giorno e notte. Ai tempi di Roma nel foro Imperiale erano presenti 3 alberi propiziatori: L’Ulivo, La Vite e Il Fico. La valle Caudina vanta una storia millenaria in tutte queste tre colture. Ci vogliamo però soffermare maggiormente sulla storia vitivinicola. Partiamo dal presupposto che citazioni del vino sannita si trovano negli scritti di Platone Comico (V sec a.C.) e di Plinio: nella Naturalis Historia sono infatti citati i vini “Kapnios” e “Trebula Balliensis” prodotti nella zona. Finito l’Impero Romano, i commerci si compressero solo nell’intorno all’anno 1000 grazie ai vigneti dei monaci. si cominciò un nuovo e redditizio commercio del vino. Landulfo, vescovo di Benevento, arrivò a decretare l’obbligo di piantare una vigna presso ogni convento. Documenti risalenti al 1100 attestano una fiorente viticoltura nella zona del Taburno. Nel secondo dopoguerra, man mano che i contadini acquisivano anche la proprietà dei terreni fino ad allora solo coltivati, cresceva la superficie dei vigneti e la produzione del vino. Ma è solo negli ultimi 30 anni che si è capito la reale portata economica e culturale dei vini tipici della Valle Caudina.
Oggi giorno è possibile bere Falanghina e Aglianico in tutto il mondo. I nostri vini viaggiano in continuazione verso le Capitali Mondiali, rientrando nei prodotti di eccellenza del settore vitivinicolo Italiano.
AUDIO TRACCIA 2: Una passeggiata tra i vigneti. Aglianico e Falanghina del Taburno
Rivolgiamo nuovamente l’invito di prendersi un ora di tempo per passeggiare, o farsi una pedalata, nelle campagne di Montesarchio. Il Taburno vi farà da punto di orientamento come accadeva per i nostri antenati. Potrete cosi’ avvicinarvi alle campagne, e vedere le coltivazioni stagionali.
Un tempo Johann Wolfgang von Goethe nel suo viaggio in Italia rimase impressionato dalle coltivazioni della nostra Regione Campania, per un Tedesco vedere un terreno che portava 3 o 4 raccolti all’anno era impensabile.
Sulla base di quanto detto nella precedente sezione riportiamo le principali denominazioni presenti in valle Caudina, che sono il traguardo della volontà di una comunità a far valorizzare il prodotto della propria terra e dei propri sacrifici.
L’Aglianico del Taburno è la denominazione relativa al disciplinare di alcuni vini a DOCG prodotti nei comuni di Apollosa, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Foglianise, Montesarchio, Paupisi, Torrecuso, Ponte, Benevento, Cautano, Vitulano e Tocco Caudio, tutti in provincia di Benevento. Come descritto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Disciplinari di produzione vini:
“I suoli dell’area sono i tipici regosuoli. Il substrato predominate è costituito da rocce tenere arenarie, argilli, calcareniti.” Sono generalmente suoli con struttura grumosa, ma quando l’argilla prevale, la struttura diventa granulare (poliedrica). Essi sono normalmente poco profondi con il primo sottosuolo poco drenate. Il ristagno d’acqua costituisce in effetti il principale difetto di questi terreni, per fortuna superabile con l’adozione di adeguate tecniche agronomiche. L’abbondante presenza di argilla assicura una elevata capacità di scambio, mentre sono scarsamente rappresentati i composti azotati ed organici. Il carbonato di calcio è generalmente presente.
Per quanto concerne il clima bisogna distinguere i fondovalle, a clima mite e piogge abbondanti (1 000 mm annui) dalle zone collinari in cui la temperatura media si abbassa man mano che si sale e viceversa le piogge aumentano (1 400 mm annui). La siccità estiva, da metà giugno a metà agosto, è più accentuata nei fondovalle, mentre del tutto trascurabile in quota.
Rientrano anche i seguenti disciplinari D.O.C.
Taburno (Bianco anche nella tipologia Spumante; Rosato; Rosso anche nella tipologia Novello); con indicazione del vitigno: Coda di Volpe (Bianco); Falanghina (Bianco); Greco (Bianco); Piedirosso (Rosso); prodotto nella provincia di Benevento.La Falanghina costituisce anche la doc Taburno, una doc istituita per proteggere il vitigno che cresce alle sue pendici. Due sono gli areali storici della falanghina, il Taburno, ovvero le pendici meridionali di Montesarchio e Bonea, e i Campi Flegrei, in provincia di Napoli. Il nome deriva da falange, il palo utilizzato per mantenere i tralci, molto vigorosi, che non consentono una coltivazione ad alberello.
I PRODOTTI TIPICI
AUDIO TRACCIA 3: I prodotti tipici
Il comune di Montesarchio è un territorio a vocazione prevalentemente agricola, come tutta la Valle Caudina e in senso più esteso ilSannio. Questa è una terra di grandi vini e di sapori intensi. Come ogni regione a vocazione contadina che si rispetti, anche quella di Montesarchio è rinomata per la produzione dei formaggi, è possibile visitare ed acquistare formaggi di latte vaccino, pecora e capra percorrendo la strada che porta al Monte Taburno.
Numerosi sono i ristoranti e agriturismo che offrono ricotte, miele e formaggi, insieme a sottoli e verdure grigliate di stagione. A concludere questa portata, spesso di antipasto si unisco le carni lavorate in soppressate, capicolli, salami e prosciutti locali. Questi prodotti differiscono da quelli a cui siamo abituati al supermercato: Infatti il loro sapere non è stato stemperato da processi industriali, che hanno omologato i sapori della grande distribuzione.
Tra i prodotti certificati del Sannio spiccano le diverse varietà di olio: dall’olio extravergine di oliva delle Colline Beneventane all’olio Sannio Caudino Telesino, che a differenza di altri olii meridionali non presenta quel fastidioso raschio in gola. Per quanto riguarda la frutta la mela annurca campana che può fregiarsi del marchio IGP e che in diverse zone della provincia di Benevento vanta una certa tradizione.
LE RICETTE
AUDIO TRACCIA 4: Ricette
La tradizione gastronomica di Montesarchio trae la sue radici dalla cultura contadina. Col susseguirsi delle stagioni i piatti si susseguono in base a quello che offre la terra. In primavera si inizierà con piatti di verdure, broccoli, fave con pecorino, zeppole ai fiori di zucca. La carne è presente a pasqua con l’agnello e le patate, i il ragù che potete ammirare in una delle foto del sito.
In inverno il piatto tipico è una serie di polpettine in brodo servite con il Cardone, pianta che cresce nel periodo natalizio.
Numerose sono le minestre e pasta mista con fagioli, lenticchie e altri legumi. Un menù tipico quindi si altre con prodotti caseari, affettati e sott’oli, un primo generalmente di pasta fatta in casa e della carne alla brace.
Ad accompagnare in tavola potremo trovare i vini locali, la famosa coppia: Aglianico e Falanghina, ma pure del Fiano locale, del Greco, della Coda di Volpe oppure vini contadini quale la coda di pecora e lo scaccia debiti varianti, a volte solo per il nome dei vini precedentemente elencati.
Fonte Storica: le antiche ricette del Calendario
Per alcuni anni l’associazione Cirene ha pubblicato un calendario in cui venivano spiegate le principali ricette della tradizione, primi su tutti i famosi peperoni imbottiti. Qui di seguito potete leggere e provare questi antichi sapori.